Al giorno d’oggi sempre più aziende hanno bisogno di effettuare bonifiche ambientali e telefoniche, al fine di garantire la massima sicurezza di dati sensibili, che potrebbero essere intercettati da malintenzionati.
In questo articolo approfondiremo questa pratica, così da evidenziarne gli aspetti chiave e l’importanza del ruolo dell’investigatore privato.
Più un’azienda tratta informazioni riservate, maggiori sono le possibilità che sia soggetta a spionaggio industriale. I dati sensibili possono essere molteplici, da liste di clienti con relative generalità a strategie interne di marketing o piani di sviluppo che non dovrebbero uscire al di fuori dell’azienda.
Per ovviare a simili problematiche, gli investigatori privati possono svolgere una bonifica ambientale, ovvero un’indagine approfondita volta a individuare eventuali minacce che potrebbero compromettere l’azienda, tra cui:
A livello di normative italiane, l’intero utilizzo di dispositivi di sorveglianza è regolato dalla normativa che comprende i seguenti articoli del Codice Penale: artt. 615-bis, 617-bis e 623. Pertanto, un uso illecito (come da elementi appena citati), costituisce un reato. Una volta ottenuto il rapporto dell’investigatore privato, l’azienda potrà dunque procedere per vie legali contro i diretti responsabili.
Dopo essere stato incaricato dall’azienda, l’investigatore privato segue un processo meticoloso e ben strutturato, che comprende diversi passaggi fondamentali:
1. Valutazione preliminare dei rischi: prima di iniziare l’effettiva bonifica ambientale, occorre svolgere un’accurata analisi preliminare, dal contesto aziendale alle possibili aree di vulnerabilità, più esposte a rischio di intercettazione.
2. Ispezione dell’ambiente: dopo l’analisi iniziale, l’investigatore inizia a controllare i luoghi e le apparecchiature che potrebbero celare componenti spia, dalle linee telefoniche alle attrezzature o reti informatiche, così da evidenziare eventuali manipolazioni o intercettazioni.
Per condurre questa ricerca si avvale di una strumentazione avanzata, tra cui:
a. Rilevatori di frequenze radio, utili a identificare possibili segnali di trasmissione che vengono emessi dalle microspie.
b. Rilevatori di giunzioni non lineari, volti a portare alla luce dei componenti elettronici nascosti e tenuti spenti.
c. Analizzatori di spettro: servono a rilevare eventuali segnali anomali o non autorizzati.
d. Telecamere a infrarossi: individuano cavi di sorveglianza o dispositivi nascosti.
e. Scanner termici e microfoni: rilevano vibrazioni e fonti di calore derivanti da dispositivi nascosti.
3. Rapporto finale: l’investigatore consegna infine all’azienda un’accurata relazione, contenente tutte le evidenze emerse, dai dispositivi anomali rinvenuti a software dannosi o intercettazioni scoperte. Si procedere poi con la rimozione o disattivazione degli elementi individuati.
Si tratta di un processo fondamentale per assicurare l’integrità e la privacy aziendale, volto a proteggere informazioni riservate.
Per ottenere un risultato professionale e affidabile, le aziende dovrebbero sempre valutare bene a chi affidare il lavoro, prediligendo un investigatore privato con una lunga esperienza alle spalle.
Assicurati di risolvere problemi legati allo spionaggio industriale attraverso una bonifica ambientale professionale, che saprà scoprire i responsabili e rintracciare tutti gli elementi e i software compromessi.
Il Gruppo Ponzi Investigazioni vanta una grande esperienza nel settore, affondando le sue radici nei primi anni ’50, grazie alla prima attività a Milano dei fratelli Tom e Vittorio Ponzi.
Al giorno d’oggi l’agenzia offre numerosi servizi investigativi per le aziende, quali:
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